di Martina Montenero e Juan Pablo Saucedo
Ci sono esperienze che si imprimono nella memoria non solo per ciò che si è fatto, ma per ciò che si è sentito, condiviso, scoperto. Il viaggio educativo vissuto con l’Istituto Toniolo è stato, per molti di noi, una di queste esperienze: un tempo speciale, in cui abbiamo assaporato in profondità il significato dell’essere studenti, giovani e parte viva dell’Università Cattolica.
Fin dai primi momenti si è creata un’armonia sorprendente tra i partecipanti, in particolare tra studenti provenienti da percorsi e contesti differenti. La velocità con cui ci siamo integrati gli uni con gli altri ci ha permesso di vivere pienamente la nostra giovinezza, fatta di momenti semplici ma carichi di autenticità. Non era solo un viaggio: era una comunità che si costruiva giorno per giorno.
Un altro elemento che ha arricchito questa avventura è stato l’incontro tra delegati e studenti. Un dialogo vero, generativo, in cui lo scambio di esperienze ha creato uno spazio di ascolto e comprensione reciproca. Il confronto ha dato voce a storie diverse, ma accomunate dalla stessa ricerca di senso e di futuro. Un momento particolarmente significativo è stato quello dedicato alla condivisione dei nostri “riti di passaggio”: esperienze intime, spesso delicate, che hanno segnato le nostre vite e il nostro cammino di crescita. Raccontarle, ascoltarle, riconoscersi nelle storie degli altri, ha generato un senso di vicinanza autentica. In quel cerchio di parole e silenzi, ci siamo scoperti diversi ma profondamente simili, uniti da ciò che ci ha fatto diventare chi siamo. È stato un tempo di verità e fiducia, che ha trasformato il gruppo in una comunità solidale.
Anche il luogo ha giocato un ruolo fondamentale. Immersi in un contesto lontano dalla frenesia quotidiana, abbiamo potuto davvero “staccare”: dal rumore, dalle abitudini, dalle urgenze. È stato un tempo sospeso, in cui ci siamo riappropriati della capacità di riflettere e di ascoltare, dentro e fuori di noi.
Le attività educative, in particolare il progetto “Casa”, ci hanno provocati nel senso più profondo del termine. Abbiamo affrontato domande scomode, ma necessarie: qual è il nostro progetto di vita? Quali sono i valori che lo guidano? Spesso nella routine universitaria si tende a dare tutto per scontato, a lasciarsi trascinare. Invece lì, con gli altri, ci siamo fermati e abbiamo pensato, insieme.
Infine, un’impressione forte e duratura è stata quella di riscoprire il ruolo dell’Istituto Toniolo – e, più in generale, l’Osservatorio Giovani – come parte integrante della nostra esperienza universitaria. In particolare, ci è sembrato fondamentale il collegamento con i collegi: non semplici strutture residenziali, bensì luoghi di formazione e testimonianza. In tal senso, il viaggio ci ha aiutato a concepire i collegi come strumenti vivi per incarnare e diffondere il senso profondo dell’essere Università Cattolica.
È difficile racchiudere tutto in poche righe. Ma forse, se dovessimo sintetizzare questa esperienza, potremmo dire che ci ha restituito il gusto dell’incontro autentico, della riflessione condivisa e della bellezza di essere parte di una comunità che educa e accompagna.