Le nuove generazioni oltre la crisi
Da tempo i mezzi di informazione evidenziano la crisi del sistema universitario italiano nel duplice versante della diminuita capacità di attrarre studenti e di offrire garanzie per un agevole accesso al mondo del lavoro.
Nelle scorse settimane ha fatto clamore la pubblicazione dei dati raccolti dal Consiglio Universitario Nazionale, i quali mostrano la perdita, nelle università nazionali, di circa 58.000 studenti nel decennio 2001-2011.
Nel medesimo periodo l’Università Cattolica non ha perso terreno e, anzi, ha visto crescere lievemente le proprie immatricolazioni. Questo dato testimonia il persistente diffuso apprezzamento per il nostro Ateneo ed è motivo di soddisfazione, ma non consente di sentirsi al riparo dall’onda lunga della tendenza in atto. E quanto accade nel nostro Paese non ci lascia in ogni caso indifferenti; ci sollecita al contrario a moltiplicare gli sforzi per contribuire a dare risposta a situazioni di generalizzata difficoltà.
E’ dunque fondamentale che l’Ateneo prosegua il lavoro intrapreso per innovare e internazionalizzare le attività di ricerca e la didattica, e si concentri sulle ragioni profonde che tuttora sostengono l’apprezzamento riscontrato: chiarezza della proposta educativa, consapevolezza della propria tradizione, varietà dell’offerta formativa multidisciplinare e interdisciplinare, accuratezza della ricerca scientifica, capacità di accogliere e accompagnare i propri studenti lungo l’intero percorso di studi.
Mettere a fuoco questi tradizionali punti di forza non significa volersi specchiare nei risultati del passato e farsene inutile vanto, bensì innanzitutto comprendere che essi non emergono dal nulla e che non ci sono garantiti una volta per sempre; significa vedere che i traguardi conseguiti scaturiscono, oltre che dalla preparazione dei singoli docenti e ricercatori, dal legame costitutivo che ci unisce alla Chiesa.
I doni che derivano da tale appartenenza devono essere sempre riguadagnati nel riferimento al Magistero e quotidianamente alimentati mediante il dialogo e la collaborazione con persone, famiglie e organizzazioni che, in ogni diocesi e in ogni parrocchia, vivono testimoniando il Vangelo. Il valore decisivo di questo ritorno ad Fontes è reso più evidente dal fatto che la Giornata per l’Università Cattolica, promossa dall’Istituto Giuseppe Toniolo di Studi Superiori, giunge quest’anno a poche settimane dall’elezione di Papa Francesco sulla Cattedra di Pietro. In questo inizio di pontificato il Santo Padre ci ha insegnato che anche di fronte alle difficoltà che ogni singola esistenza umana deve affrontare e alla parte di dramma sociale che ogni crisi profonda reca in sé, non dobbiamo chiudere gli occhi ma, lasciandoci guidare da Dio, ripartire da ciò che è davvero essenziale per continuare a “camminare”, “edificare” cose buone e “confessare” la nostra fede. Nel porgere i nostri filiali auguri a Papa Francesco viene spontaneo ricordare con gratitudine Benedetto XVI, Papa emerito, per la vicinanza e l’affetto che ha riservato all’Università Cattolica durante il Suo Pontificato.
Non a caso, quindi, il tema scelto per quest’anno è: “Le nuove generazioni oltre la crisi”. La mancata crescita crea sfiducia e questa alimenta una disaffezione che si estende in tutti gli strati della società ma colpisce soprattutto e più profondamente i giovani, privandoli dell’entusiasmo e della speranza tipici di un’età aperta al futuro e alla voglia di fare. Eppure molti di questi ragazzi e ragazze sono disposti a intraprendere un lavoro, anche precario, pur di iniziare e continuare gli studi senza dover dipendere dai genitori.
L’Istituto Toniolo ha avviato un’interessante e utile indagine, intervistando 9.000 giovani che hanno compiuto i 18 anni nel nuovo millennio. Il primo “Rapporto Giovani”segnala che oltre il 55% degli interpellati collocala scuola tra le istituzioni che contano di più. Gli stessi giovani mostrano spirito
di adattamento in risposta al momento economico: il 31,7% è pronto a cambiare città pur di lavorare e il 48,9% mette in conto di trasferirsi all’estero. E’ una generazione che guarda al proprio futuro pensando di costruire una famiglia e di avere due o più figli. Si tratta di informazioni preziose per un’università libera e cattolica come la nostra, che dalla sua fondazione, nel 1921, si è data il compito di perseguire una formazione piena e autentica della persona con il radicato convincimento che contribuire allo sviluppo intellettuale e morale del singolo studente significa – come scriveva Padre Gemelli – preparare una gioventù alla quale «è affidato il compito arduo di promuovere in se stessa e negli altri e quasi di sintetizzare nella propria azione lo sviluppo della vita nazionale». Molti laureati della Cattolica hanno rivestito e rivestono con responsabilità e competenza incarichi pubblici e di governo, sono al vertice di importanti imprese, si distinguono nella libera attività professionale: talenti, conoscenze e competenze impiegate nell’edificazione del “bene comune”, che non è una vaga espressione, bensì condizione essenziale per l’armonico sviluppo di ogni
ambito economico, sociale, politico. L’Ateneo dei cattolici italiani vuole vivere il tempo presente adeguatamente attrezzato per affrontare la complessità sociale, economica e culturale che lo caratterizza. Tale impegno richiede autonomia, libertà di ricerca e di insegnamento, ma anche un franco confronto con le domande della comunità ecclesiale e con le istanze provenienti dalla società nella sua interezza. Non si può fare a meno di rilevare che anche le sfide scientifiche e culturali necessitano, per il loro sviluppo, di sempre maggiori investimenti in uomini e tecnologie.
L’Università Cattolica del Sacro Cuore sa di poter contare su di una rete di amicizia concreta tra i cattolici che sin dalla sua fondazione le sono stati
vicini con la preghiera e anche con sostegni materiali. E’ grazie a loro se l’Ateneo ha conservato la propria indipendenza ed è cresciuto collocandosi ai primi posti nell’offerta formativa. Anche quest’anno, pertanto, confidiamo sulla generosità dei fedeli, assicurando che le risorse ricevute saranno bene impiegate e valorizzate al massimo. Per meglio documentare questo impegno, inoltre, a partire dal presente anno accademico la nostra Università si è dotata di un proprio Bilancio di Missione. Mai come in questo tempo di transizione e imponenti trasformazioni sociali, avvertiamo l’importanza e la responsabilità di dare continuità e slancio all’Opera di Padre Gemelli. In questo sforzo la vicinanza dei cattolici italiani non è un dato accessorio, ma fattore essenziale. Lavorare insieme per questo obiettivo significa cooperare per dare un futuro migliore a tanti giovani e a tante future famiglie il cui apporto è indispensabile per andare “oltre la crisi” e promuovere quello sviluppo umano integrale che da sempre ci sta a cuore.
Il Rettore
Franco Anelli