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Il saluto del Santo Padre alla comunità del Gemelli

In un videomessaggio il saluto affettuoso del Papa alla comunità del “Gemelli” di Roma dove, a causa di una indisposizione, il Santo Padre non ha potuto recarsi in visita per il 50° dell’inaugurazione del Policlinico il 27 giugno, festa del Sacro Cuore: «Desideravo molto l’incontro con voi…»

Qui di seguito la trascrizione:

Abbiamo iniziato il periodo estivo: molti partono per riposarsi un poco; le vacanze sono un momento nel quale possiamo anche stare in compagnia di Gesù per un tempo più prolungato o rileggendo alcune pagine del Vangelo, riposarsi. Ma l’estate diventa anche un tempo difficile soprattutto per gli anziani e per i malati che restano più soli e che trovano con maggior difficoltà per alcuni servizi soprattutto nelle grandi città. Così il tempo del riposo è anche il tempo in cui le difficoltà della vita sembrano diventare ancora più forti.

Permettete che il mio pensiero vada a tutti gli ammalati certamente ma in particolare agli ammalati del Gemelli che il 27 giugno, festa del Sacro Cuore, mi attendevano. So che tutto era stato preparato con entusiasmo e passione anche per ricordare il 50° dell’inaugurazione a Roma del Policlinico Universitario “Agostino Gemelli” annesso alla facoltà di Medicina e chirurgia. Tutto era pronto; anzi come avete potuto vedere, i miei più stretti collaboratori erano già al Gemelli ma pochi minuti prima di partire un forte mal di testa che avevo fin dalla mattina e che speravo passasse, è andato peggiorando e a questo si è aggiunta anche nausea, e così le cose… non sono potuto andare.

Comprendo il dispiacere non solo dei responsabili ma anche di tutti coloro che hanno lavorato con tanto sforzo e passione. Comprendo soprattutto la delusione dei malati già pronti per poter pregare insieme durante la Santa Messa che avrei voluto salutare personalmente.

Penso proprio a voi malati, accuditi con amore e professionalità dal personale medico e paramedico del Gemelli: coltivate nella preghiera il gusto delle cose di Dio, siate testimoni che solo in Dio è la vostra forza. Voi malati, che sperimentate la fragilità del corpo, potete testimoniare con forza alle persone che vi stanno accanto, come il bene prezioso della vita è il Vangelo, l’amore misericordioso del Padre e non i soldi o il potere. Infatti anche quando una persona è, nelle logiche mondane, importante, non può aggiungere un solo giorno alla propria vita.

Ringrazio di cuore anche tutto il personale amministrativo e le migliaia di persone che sono giunte al Gemelli dalle sedi italiane dell’Università Cattolica: Milano, Brescia, Piacenza-Cremona. A tutte queste persone il mio grazie personale e sappiate che so quanta dedizione e quanta passione mettete per il vostro lavoro. Un saluto cordiale al presidente del Toniolo, il Cardinale Scola e all’assistente generale dell’Università cattolica, Mons. Claudio Giuliodori.
Sappiate che ho desiderato molto l’incontro con voi ma, come ben sapete, noi non siamo padroni della nostra vita e non possiamo disporre a nostro piacimento. Dobbiamo accettare le fragilità. Con me coltivate la fiducia che solo in Dio sta la nostra forza. Vi affido a Maria e voi continuate a pregare per me, perché ho bisogno.

Il messaggio del Papa

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