Bella la sfida lanciata dall’Istituto Toniolo a cinque studenti dell’Università Cattolica: quale contributo puoi dare tu alla società, per migliorarla? Bello anche come questi giovani hanno risposto: in modo assolutamente originale e genuino, che rispecchia la freschezza e la bellezza della loro età.
Una età complessa, contrassegnata dallo studio e dalle prime esperienze lavorative, da molteplici relazioni sociali, reali e virtuali, dal divertimento e dalla “leggerezza”, ma anche dall’impegno, da una certa attenzione agli altri, a chi ha meno, a chi è invisibile.
Meno individualisti rispetto al passato, più attenti alla dimensione del vivere comunitario, alla condivisione e alla collaborazione, i giovani hanno riscoperto, pian piano, l’antica arte di spendersi per gli altri, in attività che non comportano necessariamente un ritorno economico, ma che procurano beni ancor più importanti, inestimabili: benessere personale e senso di appagamento.
Da parte sua, il dono autentico, che sperimentano nella loro vita quotidiana, produce, alimenta e rinforza le relazioni sociali. Si genera pertanto un circolo virtuoso, che fa bene ai giovani e alla nostra società. I Millennials sono una generazione vocata all’impegno sociale, nelle sue molteplici forme. Emozionano i progetti delle due ragazze – Carlotta e Anna – che hanno scelto di impegnarsi nell’accoglienza e nell’integrazione dei profughi, con modalità informali, tipicamente giovanili, che sono quelle dello sport e della musica. Sulla stessa linea si colloca il progetto di Leonardo, che vuole coltivare un talento per metterlo a disposizione di un’altra categoria sociale vulnerabile: gli anziani, spesso soli e dimenticati. E se è vero, come spesso diciamo, che la cultura è una componente imprescindibile, su cui il nostro Paese non deve smettere di investire se vuole continuare a crescere e innovarsi, non possiamo non riconoscere l’importanza dei progetti di Federico e Pietro. Che dire allora? Bravi tutti. E non dimenticate mai che “Nell’Italia di domani voi ci sarete!”.
di Cristina Pasqualini, ricercatrice di Sociologia generale e Alessandro Rosina, docente di Demografia
La webserie declina in una chiave comica l’impegno nel sociale di quattro studenti universitari dell’Università Cattolica, che provano a combinare il proprio percorso universitario con il volontariato. Inciampi, errori, indecisioni, ostacoli,.. offrono materia per una lettura sdrammatizzata e non retorica del tema. La struttura a tappe delle sfide (i progetti che i quattro ragazzi stanno seguendo) si presta ad essere destrutturata in pillole di pochi minuti, come il formato richiede.La voice over (ottimamente gestita) funziona da ponte fra gli episodi e da cerniera fra le storie, assemblate attraverso un montaggio parallelo. Essa inoltre permette di dare ritmo e verve comica alla storia: un escamotage non nuovo, ma sempre efficace. La strategia di casting (attori non professionisti) assicura freschezza e realismo alla serie. Infine, elaborazioni grafiche, come la mappa di Milano o la cartina dell’Italia, che inframezzano il materiale video, contestualizzano la narrazione, dando concretezza ai progetti e svolgendo un’efficace funzione di bussola fra storie, iniziative e fasi di sviluppo.
Insomma, un buon prodotto, che possiede tutti i numeri per diventare spreadable.
di Mariagrazia Fanchi, docente di Media Studies and Cultural History
Una webserie sui sogni e le attese degli studenti della Cattolica