Sono arrivati da tutta Italia, chi dall’Umbria e chi dalla Liguria, per condividere un interesse e, allo stesso tempo, un’urgenza: i giovani. Si tratta dei delegati dell’Associazione Amici dell’Università Cattolica che, nei giorni scorsi, si sono dati appuntamento all’Istituto Toniolo.
L’osservazione del tema è stata favorita dalla lente di ingrandimento di due pubblicazioni, curate dall’Istituto stesso: il “Rapporto Giovani” e “Dio a modo mio”.
Dopo i saluti e il ringraziamento di Enrico Fusi (segretario generale del Toniolo), mons. Claudio Giuliodori (assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica) e Paola Bignardi (membro del Consiglio di Amministrazione del Toniolo e dell’Università Cattolica) a questa preziosa rete di volontari che l’Università Cattolica ha come patrimonio unico rispetto agli altri Atenei, Elena Marta, professore ordinario di Psicologia sociale e di comunità presso la facoltà di Psicologia dell’Università Cattolica, ha illustrato i risultati del “Rapporto Giovani”, un osservatorio sulle tematiche di scuola, famiglia, lavoro, sharing economy, immigrazione, servizio civile.
Marta ha offerto un focus originale sul rapporto dei ragazzi con la famiglia sottolineando come, nel complesso, se ne faccia una positiva rappresentazione. Il supporto dei genitori è elevato e l’influenza è consistente. La docente trova in questi fattori la peculiarità italiana. II 55,8% dei giovani considera i genitori decisivi per la scelta del tipo di scuola superiore. Anche le motivazioni personali trovano largo spazio, oltre al parere degli insegnanti. Interessante il dato che rileva come il 60% dei giovani, usciti di casa per acquistare una propria autonomia, è tornato sui suoi passi. Marta e il team di docenti del “Rapporto Giovani” sintetizza il lavoro svolto smentendo che questa generazione si possa definire perduta. Sicuramente è disorientata, perché molto intraprendente, ma con una forte dispersione di impegno ed energie.
La platea è intervenuta ponendo domande sul tema della famiglia, per chiarimenti o per avanzare la richiesta di poter ospitare nella propria diocesi questo punto di vista.
A seguire è intervenuta Paola Bignardi, una delle due curatrici del volume “Dio a modo mio”, un’analisi condotta su dati qualitativi e quantitativi, interviste a 150 giovani dai 19 ai 21 anni e dai 27 ai 29 anni, battezzati, di piccoli e grandi centri sull’intero territorio nazionale. Alla domanda “Lei crede a qualche tipo di religione o credo?”, la maggior parte, circa il 55,9% si è detta fedele della religione cattolica. Il 10,1% crede a un’entità superiore, senza riferimento ad alcuna religione, mentre il 15,2% si dichiara non credente. I giovani confermano l’attrattiva che Papa Francesco continua ad esercitare. Il 91,5% gli riconosce grandi capacità comunicative e l’85,2% il suo essere molto vicino alla gente.
I presenti hanno mostrato la volontà di essere parte attiva in un momento di cambiamento come quello contemporaneo. Come fare in modo che la crisi della cultura dell’Occidente non travolga anche la Chiesa e le forme del suo credere?, si chiedeva Bignardi.
Ogni delegato, di ritorno da questa sessione di lavori, ha portato nella sua città la possibilità di far fruttare gli spunti nati.