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COVID: la crisi più dura per le donne in un Paese ancora senza parità

Durante la pandemia quasi una donna lavoratrice italiana su due ha incontrato difficoltà a bilanciare vita lavorativa e vita privata. Secondo la recente indagine IPSOS  “Covid: la crisi più dura per le donne in una Paese ancora senza parità” a cura di Paola Profeta e Tiziana Ferrario, oggi pubblicata da Laboratorio Futuro (www.laboratoriofuturo.it), più di una donna su cinque non è riuscita a cercare lavoro nell’ultimo anno pur avendo programmato di farlo. Le donne (40%), più degli uomini (36%), temono di perdere il lavoro a causa della crisi innescata dall’emergenza sanitaria. La crisi economica causata dalla pandemia ha colpito in maniera molto diseguale i settori dell’economia. Il più colpito in assoluto è stato quello dei servizi, che conta in Italia circa il 60% degli impieghi maschili e l’85% degli impieghi femminili (OECD, 2020).

A distanza di oltre un anno, quindi, lo scenario rimane cupo sul fronte dell’occupazione femminile: nel 2020 si sono persi, secondo l’ISTAT, 440.000 posti di lavoro, dei quali il 72.9% apparteneva alle donne (324.000 posti di lavoro). Ma in questa nuova indagine, realizzata ad aprile, emergono anche novità inaspettate, che ci lasciano ben sperare per il futuro del cammino della parità in Italia.

Dallo studio di Laboratorio Futuro emergono segnali di un cambiamento culturale, fra gli uomini, che porterebbe a una redistribuzione più equa dei carichi familiari, che alleggerirebbe le responsabilità delle donne e lascerebbe ben sperare.

Su www.laboratoriofuturo.it il report completo.

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