Una delle pratiche più sconvolgenti e controverse testimoniate dalla vita e dalla predicazione di Gesù di Nazareth è stata certamente quella del perdono, da concedere sempre, a tutti e nei confronti di qualsiasi male o torto si possa avere subito.
Questo gesto, il perdono, è anche tra i più rifiutati, ridicolizzati e fraintesi nel discorso pubblico, dove spesso è ritenuto una forma di debolezza, una via di fuga ipocrita che giustifica male ed ingiustizie, qualcosa di anemico ed incapace di cambiare realmente le cose che non vanno.
L’esperienza secolare della spiritualità cristiana, recentemente corroborata dagli studi delle scienze umane, dimostra invece l’esatto contrario, che cioè il perdono, se inteso rettamente e compreso nella sua natura di processo complesso e multidimensionale, costituisce una delle protezioni più potenti di cui l’uomo dispone per fronteggiare il male e le sue conseguenze.
Il perdono è un’espressione di forza interiore e libertà, che smentisce l’idea deterministica dell’agire umano come semplice reazione automatica agli eventi. Per dirla con Hanna Arendt “Diversamente dalla vendetta, che è la naturale, automatica reazione alla trasgressione [….] l’atto del perdonare non può mai essere previsto; è la sola reazione che non si limita a re-agire, ma agisce in maniera nuova ed inaspettata”.
Per approfondire il significato profondamente liberante in senso individuale e sociale del perdono, nell’ambito degli incontri promossi dal Progetto Culturale della Diocesi di Rimini sul tema della Pace, il Centro Culturale Paolo VI, la Fondazione Igino Righetti ed il Rinnovamento dello Spirito Santo hanno organizzato per venerdì 19 febbraio 2016 alle ore 17,30, presso l’Aula Maria Massani della Fondazione Igino Righetti in via Cairoli 63 a Rimini la conferenza “Settanta volte sette: il perdono che dona la pace”.
Relatori:
il prof. Luciano Eusebi, docente di diritto penale dell’Università Cattolica di Milano, membro della commissione ministeriale per la riforma del sistema sanzionatorio penale, già componente del Comitato Nazionale di Bioetica ed autore che ha molto studiato le tematiche connesse alla teoria ed alla prassi della giustizia riparativa;
la dott. Marcella Clara Reni, membro del comitato nazionale di servizio del Rinnovamento nello Spirito Santo, invitata in quanto presidente nazionale di “Prison Felloship Italia Onlus”, associazione che opera nelle carceri con progetti di recupero.