Il seminario di Perugia (30 marzo 2011) ha affrontato un tema sempre più attuale. La rete infatti rappresenta ormai il “nuovo contesto esistenziale” che i giovani frequentano quotidianamente, dove sperimentano la loro identità, costruiscono le loro relazioni, esplorano territori della conoscenza, ricevono, producono, si scambiano informazioni. Comunicare vuol dire sempre meno “trasmettere contenuti” e sempre più incontrarsi, entrare in relazione. Di questo cambiamento non può non tener conto anche l’azione educativa, che deve quindi misurarsi con nuove sfide (l’orizzontalità della comunicazione per esempio, e la conseguente “crisi di autorità”), ma anche con nuove opportunità (la riduzione della distanza, la possibilità di incontrare i lontani, l’interattività e la partecipazione, solo per citarne alcune) che il nuovo ambiente offre.
Nella consapevolezza che il virtuale non è una dimensione irreale, fittizia e parallela, ma una componente molto reale dell’esperienza dei giovani, che intrattiene un rapporto molto stretto con la loro esperienza concreta.