«Questa non è una storia ma un lampo della mia memoria – spiega la psicologa Silvia Vegetti Finzi – mi vedo entrare, con il turbamento della prima volta, nella sobria palazzina dell’Istituto di Psicologia, dov’ero stata ammessa come specializzanda. Era l’autunno del 1964 e mi lasciavo alle spalle i fiammeggianti chiostri del Bramante, la religiosità che ispirano, la vita conventuale, dedicata allo studio e alla preghiera, che evocano. Ero entrata in Cattolica come studentessa di Pedagogia nel 1956».
«Quando mi trovai di fronte a ricercatori in camice bianco, impegnati in indagini sperimentali, mi sembrò di essere entrata nella modernità, di incamminarmi verso il futuro. Non sapevo che il direttore dell’Istituto, Leonardo Ancona, vi stava importando la Psicoanalisi freudiana. L’incontro con il “sapere dell’inconscio” fu una scoperta che segnò la mia vita di donna impegnata nella riflessione femminista, di psicoterapeuta, docente universitaria, giornalista e scrittrice.
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