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Delegati UC: una rete capillare di servizio al territorio e alla Chiesa

E’ stata l’occasione per condividere esperienze, progetti, prassi e programmi. Si è svolta on line, giovedì 26 novembre, la riunione con cinquanta delegati dell’Associazioni Amici dell’Università Cattolica, una modalità insolita, dettata dall’emergenza sanitaria, ma che ha reso possibile il collegamento fra referenti diocesani di tutta Italia, dal Friuli alla Sicilia, toccando quasi ogni regione. Sono intervenuti Enrico Fusi, segretario generale dell’Istituto Toniolo,  Paola Bignardi del Comitato di Indirizzo dell’Istituto Toniolo, coordinatrice dell’Osservatorio Giovani, Rita Bichi, ordinario di Sociologia generale in Università Cattolica, che ha presentato l’ Osservatorio Giovani Sud. A Silvia Piaggi il compito di illustrare le iniziative sostenute dal Toniolo nel 2020, che la pandemia ha costretto a rimodulare, offrendo, tuttavia, delle nuove opportunità anche grazie, in particolare in occasione della celebrazione della Giornata universitaria, all’impegno e alla volontà dei delegati.

 «Ci poniamo come obiettivo quello di rendere un servizio alla società, alla Chiesa – attraverso l’Università Cattolica – queste le parole del direttore generale dell’Istituto Toniolo, Enrico Fusi -. Siamo nati per promuovere il nostro Ateneo perché siamo convinti che, nei momenti importanti della storia del Paese, della Chiesa, l’Università Cattolica possa essere un bene prezioso. L’esperienza del Covid è stata dura, non ne siamo ancora usciti, ma ci ha consentito di cogliere alcune potenzialità che, in qualche modo, possono consentirci di rinsaldare il nostro rapporto e rendere ancora più efficiente la capacità di diffusione e di comunicazione di alcune iniziative».

«In questi dieci anni di Osservatorio Giovani – ha spiegato Paola Bignardi – cosa sono andata capendo? Che emozione pensare che, dieci anni fa – come ci ha ricordato Alberto Ratti, delegato della Lombardia – il cardinale Dionigi Tettamanzi ha voluto l’Osservatorio Giovani con grande convinzione e lungimiranza. L’Osservatorio è partito con l’intenzione di offrire una panoramica rigorosa della condizione giovanile in un tempo in cui forse l’attenzione per i giovani era molto debole e superficiale. L’obiettivo del lavoro dei primi anni è stato quello di fornire un monitoraggio scientifico, reso possibile grazie a un gruppo di ricercatori dell’Università. E’ stata preziosa la possibilità di interagire con il territorio, di verificare quello che si andava comprendendo con le persone che sono sul campo. Lo scambio informativo fra il lavoro di ricerca condotto in Università e il lavoro di ascolto fatto sul territorio è una delle cose più preziose che abbiamo a disposizione».

Per Rita Bichi «l’Osservatorio Giovani del Sud vuole guardare ai giovani che vivono nel Mezzogiorno d’Italia da un punto di vista differente. La loro condizione è da sempre considerata come marginale, rispetto ad altri, e anche critica per molti aspetti. Noi vorremmo guardare a loro come una risorsa».

Diverse le testimonianze da parte dei delegati.

Antonio Cotardo, delegato regionale della Puglia, ha sottolineato che il filo conduttore del suo impegno, dal 2016, «è stato proprio quello di scommettere sulla rete dei delegati. Con il passare del tempo, incontrando i nostri Vescovi, abbiamo ristabilito e rinsaldato il legame fra territorio e Università. La presenza dei delegati è importante se questo servizio viene svolto con competenza e lungimiranza».

Andrea Patanè, delegato per la Sicilia, ha sottolineato l’importanza di condividere «le iniziative con altre associazioni, come gli Alumni, i Collegi universitari, ai tanti uffici dell’Ateneo perché il delegato può svolgere un ruolo da coordinatore e informatore comune sul territorio».

Secondo don Pasquale Fracasso «per noi del Sud, gli universitari sono giovani che vanno via. Non ci dispiace, certo. Anzi. Tanti tornano, altri prendono altre strade. Vorremmo avviare un percorso di ascolto degli adolescenti con l’Università Cattolica all’interno di un progetto più grande, promosso dalla Regione Puglia, oltre a voler supportare, attraverso la formazione, chi opera con loro».

Da Otranto a Pordenone ha preso, quindi, la parola Piera Roncoletta, che ha aggiornato «circa la ricerca sugli adolescenti, avviata nella Diocesi con il “Tavolo educativo don Lorenzo Milani” attraverso l’Osservatorio Giovani. Lo scopo è quello di far sì che gli adulti si mettano in ascolto degli adolescenti, per costituire un’alleanza educativa».

Don Andrea Vena ha ricordato l’anno del Centenario dell’Università Cattolica, nel 2021.

Da Grosseto, Cesare Fattoi, delegato regionale per la Toscana, ha riferito della propria esperienza «partita dal presupposto di avere un dialogo preliminare con i Vescovi e con le altre associazioni cattoliche tra cui l’Opera per la Gioventù Giorgio La Pira di Firenze. La speranza è quella di individuare nuovi delegati e continuare la collaborazione preziosa con l’Osservatorio Giovani».

Silvio Crudo (Piemonte) ha rimarcato l’importanza che i delegati abbiano un retroterra significativo che li possa sostenere. «Strategico anche il raccordo, ad esempio, con l’Azione Cattolica, gli studenti universitari, iscritti alla Cattolica, e la realtà territoriale da cui provengono».

Giovanni Lanzillotta, delegato regionale per la Calabria, si è impegnato «tre anni fa in quest’avventura che è ancora in costruzione. Mi sto impegnando proprio a ricostruire la rete dei delegati diocesani. Ho riallacciato un dialogo costruttivo con molti proprio grazie all’Osservatorio Giovani del Sud. La realtà calabrese è difficilissima: il mio sforzo sarà quello di fare un’operazione di verità. Si legge sui media di una realtà travisata. Bisogna stare qui per capire di questa terra, in cui i giovani hanno problemi grandissimi che si possono condensare in due parole: lavoro e speranza. Bisogna, purtroppo, però, per studiare bene, lasciare questa regione. L’ascensore sociale è bloccato, le diseguaglianze aumentano. La rete dei delegati sta, via via, crescendo e può dare il suo contributo».

Gianni Abbate, delegato regionale per la Campania, ha presentato la necessità di rafforzare «l’orientamento e la conoscenza dell’Università Cattolica e dell’Istituto Toniolo sul territorio. In Campania, inoltre, stiamo vivendo con un impatto particolare l’emergenza sanitaria, che, nei giovani, diventa una solitudine molto forte. E’ necessario dare loro voce, ascoltarli. Mi preoccupano i giovani per cosa possano costruire in futuro».

Hanno sottolineato con passione il proprio legame con l’Università Cattolica, di cui da anni, come delegate, fanno conoscere la proposta e il valore culturale delle iniziative, Fina Pancamo dell’Arcidiocesi di Agrigento e Carmela Ferrigno, delegata della diocesi di Locri-Gerace.

Voci conosciute accanto a testimonianze nuove hanno dato vita ad un confronto ricco, da cui sono emerse idee e proposte da mettere in campo per l’anno che si apre.

Qui il kit del delegato

Qui la presentazione delle attività del 2020 e le proposte per il 2021

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