23 dicembre 2011
“Accendi le stelle, accendine più che puoi. Sulle stelle ci sono tutti i sogni che facciamo noi” le parole dello “Stelliere”, canzone di successo dello Zecchino d’Oro nota a grandi e piccini, potrebbero essere la colonna sonora di questi giorni.
Non solo perché Natale è vicino.
Il concorso dell’Associazione Amici dell’Università Cattolica “Accendi una stella” ha intercettato un bisogno: quello di dare luce ai sogni, ai desideri che attraversano il mondo della scuola.
Sogni degli studenti e sogni degli insegnanti.
Il partecipato dibattito inaugurato sulla “La Stampa” proprio pochi giorni fa, a seguito di un articolo del professore–scrittore Alessandro D’Avenia, sembra confermare che in tanti a scuola desiderano ardentemente “tenere accese le stelle”.
Le vacanze di Natale sono imminenti. La sospensione dell’attività didattica, di solito, produce in noi insegnanti un benefico effetto: quello di incontrare gli alunni solo nella nostra mente.
Tanto si è scritto sul bambino immaginato che le mamme portano nel cuore, prima ancora che nella pancia; nulla, forse, è stato scritto sugli alunni che noi insegnanti portiamo nella testa, nel cuore e anche un po’nella pancia, durante le vacanze.
A ripensare il Collegio docenti di settembre ci rivediamo così: un po’ abbronzati, molto riposati, pieni di energie, idee, progetti, buoni propositi. E’ un tripudio di voci, sorrisi, profumi, colori.
Le riunioni di settembre sono un brulicare di iniziative. L’agenda si riempie di appuntamenti, l’immaginazione alimenta i nostri sogni.
L’accoglienza ci regala l’emozione di vedere i nostri ragazzi cresciuti.
E’ un sussulto che molto somiglia alla scoperta dei germogli in primavera. Il nostro entusiasmo si mescola alla loro allegria.
Poi la scuola inizia davvero, l’incanto svanisce.
Se i test d’ingresso e i compiti delle vacanze spengono gli entusiasmi, le scadenze legate alla chiusura del quadrimestre scatenano in noi insegnanti pensieri sempre più foschi.
L’idea di un blog (magari l’ennesimo) ha trovato spazio esattamente in quell’istante: in quel sussulto di creatività che intercorre fra la delusione (perché gli alunni, e soprattutto i loro genitori, non sono quasi mai come li avevamo immaginati), la frustrazione (perché dalla scuola, oggi, si esige un servizio per degli utenti, non insegnamenti per gli studenti), ma anche l’insopprimibile voglia di confrontarsi e di fare rete fra chi nella scuola ancora scommette.
Questo blog vorrebbe essere la sala professori virtuale, diciamo pure “ideale”, dove possano trovare spazio le nostre scoppiettanti, o travolgenti, emozioni. Emozioni sì, ma non solo; anche: idee, intuizioni, riflessioni. Tutto quanto alimenta la nostra fantasia e consola il nostro cuore.
Ci sono pensieri che scaldano, coccolano, danno energia, accompagnano, come una buona tazza di caffè.
Vorremmo incontrarci qui, insegnanti ma anche – perché no – genitori e studenti… Noi che … non vorremmo togliere il disturbo, per dirlo con la professoressa-scrittrice Paola Mastrocola, che (non poco) ci ha provocato con il suo libro.
La prof. Margherita, insegnante di scuola secondaria di primo grado